Smart city, città intelligente, si parla da anni, ma spesso il termine è utilizzato in modo vago o improprio, tipo Costruzioni stradali veloci in Milano a volte con un focus esclusivamente tecnologico, altre volte con un’ approccio futuristico o persino fantascientifico.
ma cosa sono davvero le città innovative? e qual è la situazione in italia? vediamolo insieme. la definizione stessa di smart city si è evoluta nel tempo con la rapida evoluzione delle tecnologie, dei processi di digitalizzazione e delle mutevoli esigenze delle città. organizzazioni, istituzioni e centri di ricerca hanno dato varie definizioni del concetto di smart city, ognuno privilegiando una o più prospettive. questa la definizione dell’unione europea: una smart city è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese.
una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie digitali per un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni. significa reti di trasporto urbano più intelligenti, impianti di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e un migliore soddisfacimento delle esigenze di una popolazione che invecchia”.
solo un italiano su due sa cos’è una smart city: lo riferisce uno studio commissionato da intel che rivela come il concetto di smart city sia familiare a circa metà degli italiani, soprattutto tra i più giovani e le fasce socioeconomiche e culturali medio-alte, ma rimnga piuttosto oscuro all’altra metà. solo il 13% dei cittadini ritiene di vivere già in una città “molto smart”: in cima alla classifica della percezione della propria città come smart c’è milano, con una valutazione media di 6,2/10, seguita a brevissima distanza da bologna e padova con 6/10, mentre firenze è appena sotto al podio e roma si piazza al decimo posto dopo, preceduta da altre città come napoli, genova e catania. in generale è maggiore la percentuale di cittadini che vorrebbe lasciare la propria città (37%) rispetto a chi intente trasferirvisi (27%).
guardando al futuro, gli italiani sono ottimisti sul futuro delle smart city, con il 68% del campione che ritiene che la propria città di riferimento sarà notevolmente più smart fra 10 anni. dal pnrr 10 miliardi per le smart city in italia dai dati dell’ultima ricerca dell’osservatorio smart city della school of management del politecnico di milano emerge un crescente interesse nel nostro paese cresce per le smart city. quasi un comune italiano su tre (il 28%) – dice il report presentato il 5 maggio 2022 – ha avviato almeno un progetto nell’ultimo triennio, una percentuale che sale al 50% in quelli più grandi, con oltre 15 mila abitanti. la cifra è destinata a crescere ancora nel prossimo triennio: il 33% dei comuni vuole investire nelle città intelligenti entro il 2024, anche sulla spinta del pnrr che prevede oltre 10 miliardi i finanziamenti dedicati all’interno delle diverse missioni.
metà dei progetti di smart city in italia si trova in fase esecutiva, nel 2020 erano solo 1 su 4, segnale di un consolidamento delle soluzioni, che non sono più semplici sperimentazioni. i progetti attivi riguardano in maggioranza la sicurezza e il controllo del territorio (58% di quelli censiti), la smart mobility (57%) e l’illuminazione pubblica (56%). a fronte di questo aumento di interesse, restano però delle barriere che fanno sì che il potenziale di questa rivoluzione sia colto solo in parte.
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